martedì 7 agosto 2012

Acque reflue: Ue condanna l'Italia. Decine di Comuni fuori norma dopo 12 anni. Altri costi per i cittadini!!!

I Comuni con più di 15 mila abitanti devono trattare biologicamente i reflui urbani prima dello scarico


 MILANO - La Corte di giustizia dell'Unione europea ha stabilito che l'Italia ha violato le norme Ue sulla raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue urbane non rispettando i tempi stabiliti per la loro applicazione. I giudici comunitari hanno quindi dato ragione alla Commissione europea che nel 2009 ha avviato una procedura d'infrazione contro l'Italia per il mancato rispetto delle norme Ue in molti Comuni italiani con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti.
 
AL PIÙ PRESTO - La sentenza emessa dalla Corte ribadisce quindi l'obbligo per circa un centinaio di Comuni - tra questi Reggio Calabria, Trieste, Rapallo, Capri, Frascati, Porto Cesareo, Cefalù e Ragusa - di avviare le opere necessarie per mettersi in regola con la direttiva Ue. Iniziative che, osservano fonti comunitarie, dovranno essere realizzate «al più presto possibile»: altrimenti la Commissione potrà avviare una nuova procedura d'infrazione chiedendo stavolta allo Stato italiano, ultimo responsabile della corretta applicazione del diritto comunitario, di pagare delle multe.
 
INFRAZIONE - L'Unione europea, con la direttiva 271 del 1991, ha introdotto norme per proteggere l'ambiente dalle ripercussioni negative degli scarichi di acque reflue fissando in particolare al 31 dicembre 2000 il termine ultimo per dotare tutte gli agglomerati urbani con 15 mila o più abitanti di reti fognarie. Ma stabilendo anche che le acque reflue urbane fossero sottoposte, prima dello scarico, a trattamento biologico. Nel 2009 la Commissione aveva deciso di aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia dopo aver constatato che decine di Comuni non si erano ancora adeguati. Nella sentenza pronunciata della Corte otto regioni (Calabria, Sicilia, Campania, Puglia, Abruzzo, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Liguria) citate perché sul loro territorio si trovano città che non si sono ancora dotati di reti fognarie e impianti di trattamento adeguati sia alle normalì condizioni climatiche e sia ai carichi eccezionali derivanti da fattori stagionali, in primo luogo l'afflusso di turisti. (fonte: Ansa)

QUINDI MULTE PER L'ITALIA? NO, COSTI IN PIU' PER IL CITTADINO ITALIANO

www.corriere.it/acque-reflue-ue-condanna-italia

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