martedì 15 gennaio 2013

La provincia di Cuneo si dà una linea guida sulla fitodepurazione











Il titolo di questo interessante lavoro della Provincia di Udine è : LINEE GUIDA E POSSIBILITA' DI APPLICAZIONE AI REFLUI ENOLOGICI.

Parliamo quindi ancora di cantine in una zona ad altissima vocazione vitivinicola, come altre ce ne sono in Italia. Ma qui si produce il Re dei vini italiani il BAROLO, che nasce da un uva fra le più importanti del panorama mondiale il NEBBIOLO.

Si legge: "La Provincia di Cuneo, insieme alla Regione Piemonte, alle Province di Asti ed Alessandria, all’Autorità di Bacino del Fiume Po, alle Autorità d’Ambito n. 4, 5 e 6, nonché ad alcuni Comuni del bacino del Torrente Belbo, ha sottoscritto il Contratto di fiume del Torrente Belbo, il cui obiettivo principale è “migliorare lo stato ecologico complessivo del corso d’acqua, in attuazione delle finalità e degli obiettivi previsti dalla Comunità Europea in materia di tutela delle acque”.


Troviamo quindi una introduzione generale alla fitodepurazione ed ai vari sistemi di progettazione e realizzazione con un'occhio anche all'importanza della manutenzione.
Si arriva poi allo specifico del presente lavoro ossia i reflui enologici.
"La produzione enologica genera residui di varia natura, sia solidi che liquidi, in volume anche superiore ai quantitativi di vino finito prodotto in un anno. In particolare, nell’arco della filiera di produzione, il vino necessita di notevoli quantità d’acqua che, al termine delle operazioni, risultano trasformate in “reflui"

"La fitodepurazione, pertanto, può costituire un’interessante alternativa per il finissaggio del refluo prima dello scarico nell’ambiente, con buone garanzie di efficienza e rispetto dei limiti di legge (sempre che le fasi precedenti siano correttamente dimensionate e gestite). Infatti, sono sempre più numerose le cantine che, per il trattamento delle acque reflue di vinificazione, utilizzano sistemi di fitodepurazione, opportunamente provvisti di idonei trattamenti preliminari"

Linee guida e possibilita’ di applicazione ai reflui enologici - Provincia di Cuneo


martedì 8 gennaio 2013

LA FITODEPURAZIONE : Strumento e opportunità



LA FITODEPURAZIONE
Strumento e opportunità

Mezzo, rimedio , soluzione ad un problema reale.
Modalità per superare la criticità.
Ma anche opportunità per trarne profitto, vantaggio competitivo, risorsa aziendale ad alto valore aggiunto.
In agricoltura, la fitodepurazione assume due significati distinti e ben marcati.
Due connotazioni che presentano più di un elemento di contatto, ma che si sviluppano da presupposti diversi e spiegano finalità altrettanto specifiche: fitodepurazione come strumento di prevenzione e riduzione dell’apporto diffuso di nutrienti di origine agricola nelle acque reflue, e fitodepurazione nell’accezione imprenditoriale moderna di “ulteriore opportunità di reddito”, essendo profondamente connessa a quell’idea di agricoltura multifunzionale e sostenibile da cui dipende il futuro di questo settore primario.
Ecco. Per l’agricoltura le tecniche di fitodepurazione hanno queste due anime: una “curativa” legata alla risoluzione di un problema pratico, concreto, reale, l’altra più di valorizzazione dell’azienda in sé, vista come soggetto produttore di servizi e all’altezza del mercato. Nel primo caso il presupposto è una potenziale criticità, perché così sono vissuti dagli allevatori i livelli di concentrazione di nutrienti previsti dalla “direttiva nitrati” e i valori, assai restrittivi, consentiti per il riuso agricolo delle acque reflue.
Nel secondo, invece, fanno da cornice la Politica Agricola Comunitaria e il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013, con importanti misure di sostegno riconosciute alle aziende agricole condotte secondo i principi della condizionalità e della differenziazione produttiva, consapevoli di svolgere un ruolo centrale anche sul fronte della conservazione e del miglioramento ambientale.

Rimanda dunque alle tematiche più attuali dell’agricoltura moderna e avanzata, la fitodepurazione. Eppur si fonda su in principio che la natura applica da sempre: utilizzare piante e microrganismi per purificare l’acqua. Per quanto affascinante, questo aspetto da solo non basterebbe a giustificarne l’utilità. E infatti con la fitodepurazione entrano in gioco i risultati, intesi come elevata efficienza degli impianti in rapporto ai costi di gestione, ai quali si somma un notevole risparmio anche dal punto di vista del consumo di energia.
Per il mondo agricolo – interlocutore naturale e privilegiato delle tecniche di fitodepurazione -. Il discorso merita più di una riflessione.
Per due ragioni sostanziali.
Primo: se la depurazione delle acque è un servizio di pubblica utilità, allora la fitodepurazione rappresenta una concreta occasione di reddito per chi dispone del contesto ambientale ideale a praticarla: gli agricoltori.
Torna il concetto di azienda agricola come erogatrice di servizi ad uso collettivo, vista in un’ottica di multifunzionalità che è nel suo stesso interesse applicare perché comporta profitto. Un agricoltore business oriented, quello a cui guarda la fitodepurazione, che ha dunque tutta la convenienza a diversificare le attività di impresa anche in questa direzione. Il servizio di depurazione delle acque avviene sui fondi agricoli per essere poi erogato e retribuito di conseguenza.
Questo è l’aspetto imprenditoriale più rilevante. Mentre il fatto che l’abbattimento dei nutrienti sia fortemente influenzato da processi di tipo biologico spiega invece l’affinità “naturale” tra le pratiche di fitodepurazione e il settore primario. In altri termini, nella fitodpeurazione gli agricoltori ritrovano gli stessi ritmi di lavoro, la stessa sensibilità, l’impiego delle tecnologie e la manualità tipici del mondo dei campi. Detto altrimenti, ci sono tutti i presupposti affinché l’imprenditorialità agricola diventi il primo referente del servizio di fitodepurazione delle acque, grazie ad un metodo naturale che sa valorizzare la professionalità che le appartiene di mestiere.
Secondo: la fitodepurazione è il rimedio naturale contro l’inquinamento delle acque reflue, intendendo per “inquinamento” l’eccessiva presenza nell’ambiente di determinate sostanze. Il problema lo dà la misura della loro concentrazione, poiché se queste stesse sostanze vengono liberate nei corpi idrici troppo rapidamente ed in quantità troppo levate, non risultano smaltibili dai normali cicli ecologici.
È in questi casi che la fitodepurazione fa la differenza: creando zone umide artificiali in cui riprodurre i processi di depurazione tipici degli habitat acquatici naturali, è possibile infatti ridurre la concentrazione delle sostanze fino alle soglie di purezza imposte per legge, massimizzando nel tempo i risultati dei trattamenti e minimizzando i costi di gestione e manutenzione degli impianti.

Così facendo l’azienda agricola supera una potenziale criticità, mentre l’ambiente ne trae indiscutibili vantaggi in termini di salvaguardia degli ecosistemi, miglioramento della biodiversità e valorizzazione del paesaggio rurale.
Insomma, restituire qualità all’acqua si deve, si può e apre scenari che vanno bel oltre la funzione tecnica dei singoli trattamenti.
Sorprende pensare che le aree umide artificiali producano tanti e tali vantaggi, a più livelli e a cosi alto valore aggiunto.
Sorprende poiché, ridotta ai minimi termini, la fitodepurazione non fa altro che replicare processi biologici spontanei, importandoli in microhabitat con caratteristiche fedeli all’originale.
La verità è che la natura sa come fare. Sempre.

lunedì 7 gennaio 2013

Buoni margini di miglioramento......

Eccoci, bentornati da queste vacanze natalizie.
Iniziamo  questo  2013  con un post che spiega cosa non si deve fare in un sistema a letti vegetati di fitodepurazione.
Ieri sono stato a mangiare in un ristorante dove quattro anni fa, abbiamo progettato e realizzato un impianto di fitodepurazione.
Prima di sedermi a tavola, sono andato a guardare l'impianto.....le foto postate sotto vi mostrano cosa ho trovato.
 
Per prima cosa, vi voglio dire che quando abbiamo terminato di realizzare l'impianto, abbiamo subito pensato che il gestore del ristorante non fosse la persona adatta anche a gestire l'impianto di fitodepurazione.

Gli abbiamo indicato che specie di piante piantumare, e ne ha utilizzate altre; gli abbiamo fornito un manuale di manutenzione basilare per poter far funzionare la fitodepurazione e ci ha risposto "Io so quello che devo fare".....Bene questo è il risultato quando il cliente non è dei migliori...  
foto 1) ingresso fitodepurazione






Come si può vedere dalla foto 1) l'importanza del soluzione filtrante da noi progettata. Il filtro intercetta e blocca tutti solidi in uscita dalle vasche di sedimentazione. Senza il filtro, tutto quanto esce dai pretrattamenti entra nella fitodepurazione che a lungo andare si intaserà.
La colpa non è della fitodepurazione, ma della mancanza di idonei sistemi e di adeguata manutenzione.
Queste acque reflue, nel pozzetto di ingresso all'impianto, derivano dal bagno e dalla cucina.  
La linea guida per la manutenzione dice che la vasca Imhof e il Condensagrassi devono essere puliti due volte in un anno .... ma come si può vedere, ci sono un sacco di solidi e di sporco vario che è arrivato fin qui. 
Il ruolo del filtro è quindi evidente e centrale, ma la manutenzione parte prima del filtro.

foto 2) pozzetto di uscita
Il pozzetto di uscita mostra che il refluo è stato parzialmente trattato dalla fitodepurazione, non ci sono solidi, non ci sono opacità e non ci sono grassi o schiuma.  
Beh ... ma si è parzialmente trattato e non è una buona acqua da inviare in un canale di acqua per lo scarico.
foto 3) vista dell'impianto
...e la foto 3) vi mostra la situazione sopra la ghiaia. 
Durante i lavori di realizzazione, avevamo indicato al committente di piantare phragmites australis e iris psedaucorus.
Lui invece ha scelto Tipha.
(Gli avevamo suggerito Iris e Phragmites perchè la fioritura gialla degli Iris è molto piacevole soprattutto considerata la posizione dell'impianto rispetto al ristorante) .
Dopo 4 anni questo è il risultato, solo 10 gruppi di piante vive.
In questo modo solo il 20% della superficie della fitodepurazione è coperto da piante e quindi  solo il 20% dell'impianto è nelle condizioni di svolgere il compito di depurare i reflui.
E' facile immaginare che le performance saranno quindi veramente basse.
(nonostante tutto non si sentiva alcun cattivo odore. Solo quando ho aperto il pozzetto di ingresso foto 1) ho sentito odore di acqua reflua)

Ho intitolato questo post "Buoni margini di miglioramento.." ...si.....poche operazioni sono necessarie per mantenere una fitodepurazione in ottime condizioni di funzionamento: per favore fatele! 
- Pulire la vasca Imhof come da libretto manutenzione
- Pulire la vasca Condensagrassi come da libretto manutenzione
- Usare specie vegetali corrette come da indicazioni progettuali
-.... ascoltate i progettisti e realizzatori..

e dopo aver effettuato la visita mi sono lavato ben bene le mani prima di sedermi a tavola.




giovedì 3 gennaio 2013

Autocostruzione post-terremoto Emilia

Con questo post, voglio dare risalto ad una iniziativa strepitosa di una carissima amica di Reggio Emilia:

AUTOCOSTRUIRSI UNA ABITAZIONE TEMPORANEA (o perchè no permanente..)
 

L'associazione BIOECOSERVIZI sta proponendo nelle zone del terremoto del 2012 un progetto per autocostruzione assistita per alloggi temporanei in bioedilizia smontabili e riutilizzabili una volta dismessi, senza costi particolari.
Stiamo raccogliendo adesioni  di altri nuclei famigliari che sono interessati ad acquisire e autocostruire l'alloggio e di volontari che affiancheranno gli autocostruttori  e stiamo diffondendo il documento , reperibile nel link qui sotto e denominato  "progetto 10.000" che illustra il processo.
Per qualsiasi informazione:
 
Alessandra 3384778732
 
 
Qui sotto potete scaricare, se siete interessati, la brochure con il progetto.
 
Credo che l'iniziativa possa essere copiata e ripetuta ovunque anche in zone che non hanno sofferto di sismi recenti o passati. 
Credo possa essere un modo per dare la possibilità a  TUTTI  TUTTI  TUTTI  di potersi fare una casa, confortevole, con materiali biologici e quindi sani, a basso impatto ambientale, altamente efficiente dal punto di vista energetico, calda, accogliente e a basso costo.
 
Alessandra vi potrà dare tutte le info necessarie, non esitate a contattarla
 
 
 
 

lunedì 31 dicembre 2012

Le regine della fitodepurazione

Chiudiamo il 2012 con una carrellata di piante adatte alla fitodepurazione facenti parte della specie delle macrofite, alcune anche ornamentali (con infiorescenze colorate).
La scelta delle piante per un impianto di fitodepurazione, è centrale come la scelta di un sistema elettromeccanico per un impianto a fanghi attivi.
Sbagliare pianta, o mix di piante, o numero di piante piantate, significa non ottenere il risultato voluto e progettato o semplicemente richiesto dall'autorità.

QUINDI FATE ATTENZIONE

fitodepurazione con Canna Indica ROSSA



fitodepurazione con Canna Indica GIALLA 

particolare di fitodepurazione con Canna Indica GIALLA

Fitodepurazione con Carex Acuta e Cyperus Papyrus sul fondo  
Fitodepurazione con Ibiscus Palustris
fitodepurazione con Carex Everest
Fitodepurazione con Carex Evergold
 
Fitodepurazione con Ibiscus Palustris





























fitodepurazione con Iris Pseudacorus

fitodepurazione con Iris Sibirica

Fitodepurazione con Lythrum salicaria
Fitodepurazione con Typha latifolia
Fitodepurazione con Phragmites Australis
 
 e molte altre.....
 

BUON 2013



giovedì 20 dicembre 2012

Il nuovo testo del prof. Luigi Masotti

Depurazione delle acque 

Tecniche Impianti per il trattamento delle acque di rifiuto 

di Luigi Masotti 

Nuova Edizione completamente aggiornata ed ampliata

Mantenendo  l’impostazione  pratico-applicativa  dell’edizione  precedente,  il  testo fornisce, in modo unitario ed interconnesso, una panoramica generale sulle tecniche di depurazione  delle  acque  reflue,  aggiornate  con  i  più  recenti  sviluppi  nel  settore,  ed armonizzate   con   le   sempre   più   pressanti   esigenze   di   rispetto   dell’Ambiente, “sostenibilità”, risparmio energetico, riuso delle risorse.

Grandi  e  piccole  comunità  urbane,  quartieri  residenziali,  comunità  rurali,  centri turistici, campeggi e villaggi di vacanze, piccole comunità 
urbane isolate.
Scarichi industriali. Concezione,  progettazione  e  dimensionamento,  costruzione e gestione di impianti e
sistemi di depurazione.
Trattamento  e  smaltimento  dei  liquami  e  dei  fanghi.  Trattamenti  combinati  liquami
civili-scarichi industriali e fanghi-rifiuti solidi.

Dopo  lo  sviluppo  di  una  serie  di  temi  generali  e  la  definizione  dei  sistemi  di pretrattamento,   vengono   forniti   i  dettagli  di  funzionamento,  dimensionamento, gestione dei moderni sistemi di depurazione.
Tecniche   di   depurazione   “naturale”,   subdispersione,   filtrazione   intermittente, fitodepurazione, lagunaggio.
Tecniche  di  depurazione  “impiantistiche”:  sistemi a biomassa sospesa (fanghi attivi, MBR,  UASB,  lagunaggio  aerato)  ed  a  biomassa  adesa  (filtri  percolatori  e  derivati, biofiltri, sistemi MBBR), trattamenti di precipitazione chimica.
Sistemi di disinfezione convenzionale ed avanzata.
Ispessimento, stabilizzazione, disidratazione, smaltimento, riuso del fango.
Trattamenti di affinamento. Abbattimento di azoto e fosforo. Trattamenti avanzati. dei
liquami e dei fanghi. Riuso delle acque reflue depurate.
Avviamento degli impianti. Impatto ambientale. Controlli di gestione. Tutela igienica
e sicurezza degli Operatori. Confronti e scelte. Costi di costruzione e di gestione.

Dettagliati esempi numerici di dimensionamento ed ampia bibliografia.

Il  DVD a corredo, sviluppato su una base di progetti e documenti forniti da HERA s.p.a  ed  ampliato  con  la  collaborazione  di  Enti,  Professionisti,  Ditte  Specializzate, costituisce un supporto di preziose esperienze.

Pagine: 1226
Figure: 915
Tabelle: 235
Esempi numerici: 82
ISBN: 978-88-506-5202-0
Progetti nel DVD: 62
Confezione: cartonato con indice analitico e DVD
Data di pubblicazione: Novembre 2011
Editore: Calderini Editore - Il Sole 24 Ore

La fitodepurazione spiegata da JACOPO FO

L'impianto di fitodepurazione a servizio della libera università di Alcatraz


Sì, proprio Jacopo Fo ci spiega la fitodepurazione e ci illustra l'impianto realizzato a servizio degli scarichi prodotti dalle attività condotte negli edifici della Libera Universtià di Alcatraz (Località Santa Cristina, 06020 Gubbio Perugia).


Un viaggio epico nella difficile lotta fra i batteri (BUONI) presenti nell'impianto e gli inquinanti (CATTIVI) presenti nelle acque di scarico.