martedì 8 gennaio 2013

LA FITODEPURAZIONE : Strumento e opportunità



LA FITODEPURAZIONE
Strumento e opportunità

Mezzo, rimedio , soluzione ad un problema reale.
Modalità per superare la criticità.
Ma anche opportunità per trarne profitto, vantaggio competitivo, risorsa aziendale ad alto valore aggiunto.
In agricoltura, la fitodepurazione assume due significati distinti e ben marcati.
Due connotazioni che presentano più di un elemento di contatto, ma che si sviluppano da presupposti diversi e spiegano finalità altrettanto specifiche: fitodepurazione come strumento di prevenzione e riduzione dell’apporto diffuso di nutrienti di origine agricola nelle acque reflue, e fitodepurazione nell’accezione imprenditoriale moderna di “ulteriore opportunità di reddito”, essendo profondamente connessa a quell’idea di agricoltura multifunzionale e sostenibile da cui dipende il futuro di questo settore primario.
Ecco. Per l’agricoltura le tecniche di fitodepurazione hanno queste due anime: una “curativa” legata alla risoluzione di un problema pratico, concreto, reale, l’altra più di valorizzazione dell’azienda in sé, vista come soggetto produttore di servizi e all’altezza del mercato. Nel primo caso il presupposto è una potenziale criticità, perché così sono vissuti dagli allevatori i livelli di concentrazione di nutrienti previsti dalla “direttiva nitrati” e i valori, assai restrittivi, consentiti per il riuso agricolo delle acque reflue.
Nel secondo, invece, fanno da cornice la Politica Agricola Comunitaria e il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013, con importanti misure di sostegno riconosciute alle aziende agricole condotte secondo i principi della condizionalità e della differenziazione produttiva, consapevoli di svolgere un ruolo centrale anche sul fronte della conservazione e del miglioramento ambientale.

Rimanda dunque alle tematiche più attuali dell’agricoltura moderna e avanzata, la fitodepurazione. Eppur si fonda su in principio che la natura applica da sempre: utilizzare piante e microrganismi per purificare l’acqua. Per quanto affascinante, questo aspetto da solo non basterebbe a giustificarne l’utilità. E infatti con la fitodepurazione entrano in gioco i risultati, intesi come elevata efficienza degli impianti in rapporto ai costi di gestione, ai quali si somma un notevole risparmio anche dal punto di vista del consumo di energia.
Per il mondo agricolo – interlocutore naturale e privilegiato delle tecniche di fitodepurazione -. Il discorso merita più di una riflessione.
Per due ragioni sostanziali.
Primo: se la depurazione delle acque è un servizio di pubblica utilità, allora la fitodepurazione rappresenta una concreta occasione di reddito per chi dispone del contesto ambientale ideale a praticarla: gli agricoltori.
Torna il concetto di azienda agricola come erogatrice di servizi ad uso collettivo, vista in un’ottica di multifunzionalità che è nel suo stesso interesse applicare perché comporta profitto. Un agricoltore business oriented, quello a cui guarda la fitodepurazione, che ha dunque tutta la convenienza a diversificare le attività di impresa anche in questa direzione. Il servizio di depurazione delle acque avviene sui fondi agricoli per essere poi erogato e retribuito di conseguenza.
Questo è l’aspetto imprenditoriale più rilevante. Mentre il fatto che l’abbattimento dei nutrienti sia fortemente influenzato da processi di tipo biologico spiega invece l’affinità “naturale” tra le pratiche di fitodepurazione e il settore primario. In altri termini, nella fitodpeurazione gli agricoltori ritrovano gli stessi ritmi di lavoro, la stessa sensibilità, l’impiego delle tecnologie e la manualità tipici del mondo dei campi. Detto altrimenti, ci sono tutti i presupposti affinché l’imprenditorialità agricola diventi il primo referente del servizio di fitodepurazione delle acque, grazie ad un metodo naturale che sa valorizzare la professionalità che le appartiene di mestiere.
Secondo: la fitodepurazione è il rimedio naturale contro l’inquinamento delle acque reflue, intendendo per “inquinamento” l’eccessiva presenza nell’ambiente di determinate sostanze. Il problema lo dà la misura della loro concentrazione, poiché se queste stesse sostanze vengono liberate nei corpi idrici troppo rapidamente ed in quantità troppo levate, non risultano smaltibili dai normali cicli ecologici.
È in questi casi che la fitodepurazione fa la differenza: creando zone umide artificiali in cui riprodurre i processi di depurazione tipici degli habitat acquatici naturali, è possibile infatti ridurre la concentrazione delle sostanze fino alle soglie di purezza imposte per legge, massimizzando nel tempo i risultati dei trattamenti e minimizzando i costi di gestione e manutenzione degli impianti.

Così facendo l’azienda agricola supera una potenziale criticità, mentre l’ambiente ne trae indiscutibili vantaggi in termini di salvaguardia degli ecosistemi, miglioramento della biodiversità e valorizzazione del paesaggio rurale.
Insomma, restituire qualità all’acqua si deve, si può e apre scenari che vanno bel oltre la funzione tecnica dei singoli trattamenti.
Sorprende pensare che le aree umide artificiali producano tanti e tali vantaggi, a più livelli e a cosi alto valore aggiunto.
Sorprende poiché, ridotta ai minimi termini, la fitodepurazione non fa altro che replicare processi biologici spontanei, importandoli in microhabitat con caratteristiche fedeli all’originale.
La verità è che la natura sa come fare. Sempre.

Nessun commento:

Posta un commento